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  • Anna Maria

Racconto di un viaggio (2)

Aggiornamento: 22 ott 2020


Africa. Madagascar. Isoanala. Google Earth mi ha indicato un puntino in mezzo al nulla al centro-sud dell’isola che io sapevo essere speciale solo per la sua flora e la sua fauna, uniche al mondo. Non sapevo cosa avrei esattamente visto, cosa esattamente avrei potuto fare, dove esattamente sarei stata, chi avrei incontrato, quale lingua avrei ascoltato e quale avrei dovuto cercare di parlare! Ci ho provato. Ed è andata.

Ho visto il colore rosso della sua terra, le mille sfumature di verde delle risaie, l’azzurro unico del suo cielo, il nero “nero” della notte, con la Nuvola di Magellano, la cintura di Orione e la scia della Via Lattea che sembrava una pennellata di bianco su un cartoncino scuro. Ho visto il grigio delle nuvole, sentito la freschezza della pioggia che tagliava il caldo torrido della giornata, respirato il profumo della terra rossa bagnata subito dopo. Secondo me sapeva di vaniglia!

Ho parlato italiano, “francese” e perfezionato il mio “linguaggio gestuale”.

Ho conosciuto tante persone. Me le ricordo tutte, perché hanno una cosa in comune che non si scorda facilmente: un sorriso speciale, tutti i giorni, tutte le volte che le incontravo lo avevano stampato in faccia ed erano tutti sinceri e “limpidi”, come il loro cielo che per tanti rappresenta il loro tetto! Quanta serenità ho respirato a Isoanala, anche nella malattia. Non ho visto nessuno lamentarsi, nessuno arrabbiarsi, nessuno piangere. Quanta dignità nell’avere nulla!

E quanti bambini!!!! Piccoli-piccoli, piccoli-medi, piccoli-grandi! In realtà la maggior parte erano piccoli già grandi!

La giornata passava in fretta, anche se mi alzavo alle 6,30 con il sole già alto! Uno shock per me che vede il mattino come il momento più bello per dormire e la sera come il momento più adatto per vivere! Eppure non vedevo l’ora di andare in laboratorio a “fare qualcosa” con Suor Albertine! E poi, non vedevo l’ora che arrivasse la sera, per parlare con i miei compagni di viaggio e raccontarci avvenimenti, sensazioni e programmare il lavoro del giorno dopo. Quante chiacchiere e quante risate fatte rigorosamente al buio, dopo cena, con quella tazzina in mano con il nostro “liquido” allo zenzero, seduti fuori a goderci il fresco della notte dopo tanto caldo.

Mariangela, Marco, Saverio... Grazie per tutto.

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