top of page
  • Marina, Carla, Barbara, Gianni, Marco

Missione Paraguay (gennaio 2014)

Aggiornamento: 22 ott 2020


Arrivo ad Assunçion venerdì 10 gennaio alle ore 11,00. Ci viene a prendere Suor Rosanna Tomasella che ci accompagna al nostro hotel, vicino al centro città ed a 10 minuti di strada dalla casa delle suore. Concordiamo un appuntamento nel pomeriggio per stabilire il programma dei prossimi giorni.

All’incontro Suor Rosanna ci informa che attualmente lavora a Villaricca, cittadina a sud-ovest della capitale, dove gestisce una casa per bambine a rischio dai 4 ai 18 anni: bambine maltrattate, abusate, abbandonate, con genitori alcolizzati o comunque non in grado di prendersi cura dei figli o quelle più fortunate, con genitori poveri che non riescono a mantenere la propria famiglia. Le ragazze sono in totale 30, ma in questo periodo dell’anno, che per loro è periodo di ferie, ne sono presenti solo 15. Le altre, quelle più fortunate sono in ferie dai genitori, parenti o amici.

Suor Rosanna ci propone di scendere con lei a visitare questa casa per poi ripartire per Puerto Casado a incontrare Shirley, la ragazza indios che ha terminato gli studi infermieristici. Siamo tutti d’accordo, ma il giorno seguente, si scopre che a causa delle forti piogge, raggiungere Puerto Casado richiederebbe almeno due giorni interni e considerato il tempo risicato della nostra permanenza in Paraguay, diventerebbe impossibile o molto faticoso, riuscire ad andare sia a Puerto Casado che a Villaricca. Dopo consulto, si decide di scendere da Suor Rosanna e di chiedere nel frattempo, a Shirley di arrivare ad Assunçion per incontrarci.

Sabato partiamo: quattro ore con l’autobus ed arriviamo a Villaricca, cittadina pulita ed accogliente. La casa famiglia delle suore è ampia, con un piccolo giardino interno, un campo da pallavolo e una grande sala dove si proiettano sul muro film e dove, quando piove, le bambine possono riunirsi e giocare.

Incontriamo le ospiti della casa: età compresa tra i 4 ed i 13 anni. All’inizio qualcuna è un po’ diffidente, ci studia, ma alla fine diventiamo parte della comunità, dopo aver organizzato una lezione di Capoera che riscuote un grande successo e un pranzo a base di pasta al pomodoro e grana (definito dalle bimbe “ricchissimo”, che in paraguagio è l’equivalente del nostro “meraviglioso”), patatine, gelato e coca cola. Le bambine devono occuparsi le une delle altre e aiutare nella gestione della casa: rifare i letti, sbrigare le faccende di casa, cucinare…. A turno tutte fanno tutto. Naturalmente vanno a scuola che si trova proprio davanti alla casa dove vivono.

Anche la scuola è delle suore e accoglie scolari dalle elementari alle medie. C’è anche il liceo. È una scuola molto quotata perché le suore sorvegliano il lavoro delle insegnanti che però ricevono il salario dallo Stato. Il fatto che sia una buona scuola fa si che gli insegnanti “facciano a gara” per potervi lavorare e per lo stesso motivo è qui che le famiglie benestanti mandano i loro figli. La retta da pagare non è però alta, così da permettere anche a persone meno abbienti di accedervi. Le suore vorrebbero ampliare la struttura con la costruzione di due altre aule per poter aumentare le classi liceali (le richieste sono in aumento) ma non hanno attualmente disponibilità finanziarie.

Accanto alla casa, c’è un panificio gestito dalle suore e dove vanno a lavorare le ragazze più grandi. Il pane e gli altri prodotti sono utilizzati dalla comunità ed in parte venduti.

Il personale che lavora nella casa è costituito da quattro suore e due laiche stipendiate dalla congregazione. Ci sono poi dei volontari che nel corso dell’anno vengono a dare una mano. Durante il nostro soggiorno c’erano due ragazze cilene.

Durante la nostra permanenza visitiamo un altro edificio delle suore, costruito alcuni anni fa da un’associazione italiana. È situato in campagna nei dintorni della città. Qui le suore allevano galline, maiali, mucche. Hanno un orto e degli alberi da frutta. I prodotti vengono usati per l’alimentazione delle suore e delle bambine. Questo edificio è anche utilizzato come casa vacanza perché c’è una bella piscina nel giardino.

Abbiamo visitato tutte le bambine e le abbiamo trovate ben nutrite. In una abbiamo scoperto una miopia. Praticamente 13 su 15 però avevano seri problemi di carie verosimilmente per una dieta povera in calcio. Già 5 anni fa, visitando le comunità Indios avevamo documentato lo stesso problema che quindi non è dei soli indios, ma in generale delle persone meno abbienti. Una ragazzina di 8 anni è in attesa di un intervento chirurgico per una valvulopatia associata a un difetto del setto interventricolare (sono già sei mesi che è in lista d’attesa….). Un'altra ragazza non presente adesso, ha una massa sottomandibolare che è stata biopsiata e si è in attesa di responso.

Le suore si occupano delle cure sanitarie integrando quello che la sanità pubblica non passa. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che se, per esempio, devi fare un intervento chirurgico, ti danno un elenco di tutto il materiale che occorre e che non c’è in ospedale. Quando lo hai comprato, il chirurgo procederà metterti in lista di attesa.

Come si mantengono le suore? Una quota che si sta progressivamente riducendo, arriva dallo Stato. Una parte dalla vendita dei prodotti dell’orto e della panetteria. Una parte da donazioni di paraguagi ricchi. Il costo complessivo del centro è di circa 40 mila euro annui.

Le cure mediche dell’anno scorso sono state di 1000 euro circa, ma sicuramente non hanno incluso cure odontoiatriche visto i denti delle ragazze.

Suor Rosanna è un po’ preoccupata perché sembra essere in atto una politica che vuole portare alla chiusura di queste case. La motivazione ufficiale è che i genitori devono assumersi le proprie responsabilità e occuparsi dei figli…!!!!! Pensa che bello riaffidare una figlia a un padre che l’ha abusata o maltrattata!!!

La realtà è che il governo vuole cancellare questo tipo di spesa dal bilancio statale!!!. Le suore sono quindi alla ricerca di benefattori che possano integrare la quota governativa.

Dopo Villaricca, siamo tornati ad Assunçion dove nel frattempo era arrivata Shirley. Ci ha portato la tesi che ha fatto per laurearsi. Ci ha ringraziato per il sostegno dato e ci ha informato che ha fatto domanda allo Stato per essere assunta presso la propria comunità. Ci ha poi segnalato un’altra ragazza indios che vorrebbe anch’essa studiare scienze infermieristiche. Abbiamo poi si discusso con Shirley la possibilità di aprire un piccolo ambulatorio analisi per la gente del suo villaggio.

16 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page