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  • Marco Sanlorenzo

Giornata Mondiale della Lebbra 2018

Aggiornamento: 22 ott 2020


Il 25 gennaio si celebra la ricorrenza della Giornata Mondiale delle Lebbra, voluta da Raoul Follereau nel 1954.

Nel settembre 2017, l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato la sua periodica relazione circa l'andamento delle lebbra nel mondo. I dati forniti sono relativi al 2016 e l'Oms stessa ha dichiarato che sono sicuramente incompleti, poiché in molti Paesi interessati dalla patologia vi è una segnalazione deficitaria circa i nuovi casi.

Dopo alcuni anni nei quali si era assistito a una diminuzione dei nuovi malati dichiarati, vi è stato un aumento nel 2016 di oltre 4 mila casi, per lo più giovani, per un totale certificato di oltre 210 mila nuovi ammalati (ma ripeto il numero è sicuramente molto maggiore!).

L'80% circa di costoro vivono in Brasile, India e Indonesia, mentre vi sono oltre 20 mila in Africa, dove, peraltro, si segnalano le maggiori problematiche di insufficiente depistaggio dei malati per il totale collasso delle strutture sanitarie, specie nell'Africa subsahariana.

Nuovi casi anche in Europa sono stati dichiarati (32), dei quali 9 in Italia (e si è trattato di 6 italiani e solo tre immigrati!).

In Madagascar la situazione è come quanto ha dichiarato l'Oms: il Paese è sempre stato tra i primi tre in Africa per numero di nuovi casi riscontrati annualmente e per quello del numero totale di soggetti lebbrosi, ma "ufficialmente" il numero è molto inferiore al previsto per i problemi citati in precedenza.

A Isoanala la nostra struttura ospedaliera è nata proprio all'interno di un vecchio lebbrosario e comunque continuiamo a occuparci di diagnosi e terapia dei nuovi casi, nonché agli eventuali interventi chirurgici per cercare di correggere le numerose disabilità, molte delle quali si manifestano indipendentemente alla possibilità di instaurare un trattamento precoce.

Lavoriamo, infine, in stretta collaborazione con il lebbrosario di Betroka (80 km a nord) gestito, come quello di Isoanala, dalle Suore Nazarene di Torino. Nei due centri vengono segnalati annualmente 12-14 casi di nuova diagnosi, mentre sono seguiti una quarantina di soggetti con diagnosi già precedentemente effettuata, in terapia (il trattamento può durare anche due anni), oppure che sono stati dichiarati guariti ma che rimangono per ulteriori controlli, oppure scelgono di restare nelle abitazioni a disposizione degli ammalati per continuare a vivere accanto a noi.

Per ora non abbiamo riscontrato casi resistenti alla terapia, ma purtroppo il micobatterio di Hansen (causa della lebbra) in alcuni malati segnalati altrove ha dimostrato di aver acquisito una certa resistenza al trattamento stabilito dai protocolli dell'Oms e questo potrebbe nel prossimo futuro rappresentare una catastrofe sanitaria.

Questo forse non potrà avvenire se le popolazioni dei Paesi ricchi dimostreranno di avere a cuore la situazione sanitaria delle povere popolazioni del Sud Mondo e avranno il coraggio di investire risorse nello studio e messa a punto di altri farmaci efficaci contro tale infezione, anche se ormai riguarda per lo più Paesi lontani, al di fuori dei nostri routinari contatti e interessi.

Raoul Follereau - foto tratta da www.aifo.it

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