Il compito di questa missione in Madagascar era di ridiscutere con le Suore i programmi futuri dell’Ospedale di Isoanala, riformulando insieme le modalità di collaborazione con l’Associazione secondo quanto deciso dal Consiglio Direttivo.
Il 6 marzo 2018 siamo partite dall’Italia in tre (Marina, Mariangela e Maria); era con noi anche Pietro, un giovane volontario alla sua prima esperienza in Madagascar, che avrebbe trascorso un periodo a Mahasoa presso la Comunità di Padre Schenato. Anche noi ci siamo fermate un giorno presso il preventorio di Mahasoa dove Marina ha insegnato a Suor Jean D’Arche a usare il nuovo ecografo proveniente dall’Italia. Visitando le varie Comunità constatiamo che i problemi sono sempre tanti. A Isoanala bisogna montare il filtro per il pozzo e il trattore è ormai fuori uso, a Mananovy si è rotto il convertitore e la pompa riesce ad estrarre una quantità ridotta di acqua, sufficiente per le Suore ma non per il paese.
Arrivate a Isoanala abbiamo trovato un ospedale funzionante e pulito. Purtroppo in questo momento non c’è la presenza fissa del medico perché il dottor Fanojo è assente per studio e torna solo per brevi periodi. In aprile forse arriverà un nuovo medico, che purtroppo non ha esperienza chirurgica. Ci sono però Suor Albertine, che si occupa del laboratorio, Virginie infermiera anestesista, e i giovani infermieri Cristophe e Suor Francoise.
Purtroppo, soprattutto nel sud del Paese, vi è ancora molto brigantaggio, con furti di zebù e frequenti sparatorie tra ladri e forze dell’ordine. Mentre eravamo a Isoanala c’è stato un furto ed è stato ucciso un gendarme.
Nel nostro lungo viaggio verso sud ad Antananarivo, Fianarantsoa, Isoanala sud, Zazafotsi abbiamo poi incontrato i bambini, sostenuti da tanti generosi genitori italiani che ci hanno accolti con tanta gioia. Il 25 marzo siamo tornate in Italia per continuare, da qui, il lavoro di sostegno a chi opera in Madagascar.