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  • Loredana Cucchi

Mahasoa - Settembre 2018, un racconto per ricordare

Aggiornamento: 22 ott 2020


Mahasoa è un villaggio nel sud del Madagascar, a circa 2, 3 ore di macchina da Ihosy; ci sono stata insieme a mio marito, per la nostra Associazione, nel 2018 in settembre per un breve soggiorno di 15 giorni.

Mahasoa è un esempio di collaborazione di Associazioni con competenze diverse che lavorano per una comunità: c’è chi ha competenza per i pannelli solari, chi per la costruzione di pozzi, chi per progetti di rimboschimento, chi si occupa dei problemi ortopedici dei bambini, chi di riabilitazione, chi di malnutrizione e chi di diagnosi precoce dei tumori ginecologici.

La nostra Associazione contribuisce con l’acquisto di farmaci e strumenti diagnostici per il dispensario. A Mahasoa c’è una Comunità di Suore Trinitarie, tutte Suore malgasce, responsabile è suor Berthine.

La comunità gestisce una scuola elementare….

…..con più di 500 bimbi...

….e si occupa di far funzionare tutti i servizi, con l’aiuto di personale laico.

L’impressione quando si arriva è di essere in un “alveare”, dove tutti hanno un compito da svolgere, c’è un clima di laboriosità “contagiosa”.

Io sono un medico e la mia specializzazione è in ginecologia e ostetricia, mio marito è un infermiere.

Durante il nostro soggiorno siamo stati con suor Jean in Dispensario, suor Jean parla anche l’italiano, oltre al francese e al Malgascio. Le consultazioni vengono fatte per urgenze e per visite programmate.

Suor Jean esegue controlli durante la gravidanza, secondo le indicazioni dell‘Organizzazione Mondiale della Sanità: ogni paziente ha un carnet (quaderno) dove vengono registrati le condizioni generali di salute, il peso, la pressione arteriosa, il battito cardiaco fetale, la misura sinfisi fondo per la crescita fetale, i farmaci prescritti e la data del controllo successivo; a tutte le pazienti viene consegnato la terapia con ferro, la profilassi per la malaria e per le parassitosi intestinali; i dati vengono trascritti su Registri Sanitari e trasmessi al Ministero della Sanità del Madagascar.

La gravidanza è un’occasione unica e importante di educazione sanitaria .

Durante la mia permanenza abbiamo controllato qualche gravida con l’ecografo; l’ecografo che avevamo a disposizione era molto vecchio, sufficiente comunque a localizzare la placenta, la posizione del bimbo e la presenza del battito in caso di difficoltà al suo reperimento con il trasduttore.

Come Associazione abbiamo inviato l’anno scorso un ecografo migliore che ci è stato donato da una amica ginecologa. Marina ha verificato che l’ecografo fosse pervenuto e che funzionasse durante l’ultima missione del marzo 2018.

La dedizione e il rigore con cui suor Jean esegue i controlli delle signore in gravidanza è encomiabile, quando si trova con pazienti “a rischio” le indirizza all’Ospedale di Sakalalina , che dista circa 4-5 ore di macchina. Sakalalina è un Ospedale con sala Operatoria; ricordo che la mortalità materna in Madagascar è molto alta 353: 100.000 nati vivi, in Italia 9: 100.000.

La quasi totalità delle donne partorisce a domicilio. Presso il dispensario è allestita comunque una sala parto per pazienti che richiedono assistenza particolare.

Mio marito Fausto ha aiutato suor Jean per le medicazioni, le terapie e ha sperimentato anche come si possono preparare le terapie partendo dal principio attivo e confezionando manualmente le dosi personalizzate per ogni paziente… sì… perché il Dispensario è dotato di un laboratorio per la preparazione delle Capsule e bustine personalizzate!!!

Il Dispensario collabora anche a un progetto per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, sia con prevenzione primaria: vaccinazione per il papilloma virus, sia con la prevenzione secondaria: pap test come screening.

È stato commovente per me costatare quanta fatica devono fare le signore per accedere a questi servizi… chilometri a piedi, ore di cammino: fanno il pap test, tornano per l’esito e se è necessario si recano a Fianarantsoa per la Colposcopia e il trattamento.

Un'altra attività che si svolge a Mahasoa è la riabilitazione dei bambini che sono stati operati per problemi ortopedici; i bambini sono ospitati per il periodo necessario per le cure.

La palestra è una struttura molto semplice dove ci sono attrezzi e lettini da fisioterapia: c’è chi esegue esercizi insieme ai fisioterapisti, ci sono bimbi anche piccoli che eseguono gli esercizi in autonomia, con la biciclettina, camminando avanti e indietro… e suscita ammirazione l’impegno e la serietà di questi piccoli, la “grinta” e la determinazione che mettono nel loro lavoro.

Nella struttura è annesso un laboratorio, una vera sorpresa… un laboratorio dove un ragazzo, Brunò, costruisce manualmente scarpe ortopediche su misura e apparecchi ortopedici per i bimbi che vengono operati. Brunò è molto orgoglioso del suo lavoro ed è un bravissimo artigiano!

Mi è capitato di assistere all’uscita dei ragazzi dalla scuola e mi sono trovata proprio dietro al gruppo di ragazzi che tornava nella struttura delle suore: chi con scarponcini ortopedici, chi con apparecchi ortopedici, chi con una stampella, chi con due stampelle, chi portato in braccio da un bimbo più grande… non ho avuto il coraggio di fotografarli…. li ho filmati solo da lontano e da dietro… la dignità… l’orgoglio, la disinvoltura con cui camminavano, correvano anche con tutta la loro “ferraglia”... mi ha commosso… uno spaccato di piccola umanità che mi ha fatto riflettere.

Vi racconto l’ultima esperienza: l’ultimo giorno di permanenza coincideva con l’inizio della settimana di vaccinazioni nei villaggi; con suor Jean e personale infermieristico del Dispensario statale, insieme a delle studentesse di Medicina di Parma arrivate nel frattempo, abbiamo raggiunto con una jeep un villaggio a circa quindici minuti da Mahasoa. I flaconi dei vaccini erano trasportati rigorosamente in contenitori con “siberini” per mantenere la temperature bassa.

La giornata è iniziata subito con una divertente scoperta: mentre si entrava nel villaggio ho sentito un muggito fortissimo di zebù e mi sono detta “oh madre… questo zebù… deve essere gigantesco…” ebbene… non si trattava di uno zebù… ma del suono del clacson della jeep…. camuffato da muggito di zebù!!!!! Era il segnale convenuto con gli abitanti del villaggio per comunicare la presenza del personale per le vaccinazioni!!!

Ci siamo installati in una capanna destinata allo scopo… che mi ha ricordato i nostri Consultori….

In pochi minuti la capanna è stata circondata da decine di mamme con bimbi….

...sono arrivati anche i bimbi della scuola...

Prima di iniziare suor Jean ha parlato alle mamme ricordando che le leggi del Madagascar vietano matrimoni prima dei 18 anni…

...ha parlato ai bambini, spiegando loro la procedura delle vaccinazioni per incoraggiarli ad affrontare la grande prova che li aspettava…

E così con questo “bagno” di colori, di bambini, di donne, di vita del Madagascar e di indimenticabili emozioni… abbiamo concluso la nostra esperienza a Mahasoa con la speranza, salute permettendo, di poter tornare…

Un salutone e un grazie alle Suore che con affetto ci hanno ospitato, complimenti per il lavoro che svolgono, grazie anche all’Associazione che ha permesso a me e a mio marito di vivere questa esperienza in Madagascar.

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